Napoli: cosa vedere e cosa fare

Dal Palazzo Reale a Castel dell’Ovo, dalla Cappella Sansevero fino all’oasi verde del Bosco di Capodimonte, spostandosi tra le Stazioni della Metropolitana dell’Arte. Ecco le informazioni utili e i suggerimenti alla scoperta della città Incantevole, complicata, eppure sempre pronta a stupire e a rivelare prospettive diverse. Napoli, luogo di opposti inconciliabili, nobile e decadente, ti obbliga sfacciata a non esserle indifferente. La posizione geografica, gli eventi vulcanici remoti che l’hanno aggredita, hanno avuto parte essenziale nella composizione armoniosa, ricca e varia della sua fisionomia. Città dove anche i suoi abitanti, nei secoli, sembrano partecipare, con gli abbandoni, i ritorni, e le inesauribili risorse, alla vita misteriosa e convulsa di questo luogo.

Napoli, cosa vedere e cosa fare in due o più giorni

Musei, chiese, chiostri, palazzi, giardini, castelli, architetture e stratificazione, testimoniano l’articolata storia della città, che fu nei secoli autentica capitale per dimensioni culturali, anche grazie alla sua tradizione musicale, letteraria, cinematografica (straordinaria la stagione del cinema muto napoletano di inizio ‘900), gastronomica. Reinserita negli ultimi anni negli itinerari turistici nazionali e internazionali come tappa irrinunciabile, Napoli offre al visitatore una straordinaria mole di luoghi espositivi e tesori d’arte in quello che è il più grande centro storico d’Europa, inserito dall’Unesco nel patrimonio mondiale, con i suoi 17 km quadrati. Scoprire l’area dei Decumani, dove si collocano numerosi edifici di eccezionale interesse, conoscere la Napoli sotterranea, con i suoi miti e le leggende, il sacro e profano, visitare palazzi, monumenti e splendide chiese, imbattersi in coloratissime opere di street art tra i vicoli, passeggiare sul Lungomare, diventa un’esperienza di grande suggestione. Senza dimenticare la potenza e la bellezza del paesaggio: la stessa, lirica ed emozionante, ritratta dai pittori vedutisti dell’Ottocento, innamorati di Posillipo e della luce di Napoli. A loro si deve la capacità di averne restituito l’immagine forse meno scontata e più intima. Weekend a Napoli: una passeggiata dal centro storico a Positano Piazza del Plebiscito. È uno dei luoghi-simbolo di Napoli. Su di essa si affacciano il Palazzo Reale e la Basilica di San Francesco di Paola che, con il suo colonnato, dona alla piazza la caratteristica forma a ellisse nei cui fuochi trovano spazio due statue equestri in bronzo: una di Antonio Canova, raffigurante Carlo III, e l’altra di Antonio Calì, che ritrae Ferdinando IV. Di grande impatto visivo anche le due statue dei leoni poste sul basamento ai lati del colonnato. Piazza del Plebiscito ospita da sempre le mostre, i concerti e tutti gli eventi più importanti accolti dal capoluogo campano. A pochi passi si trova la Galleria Umberto I, realizzata nel 1890 sull’esempio della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Palazzo Reale. Fondato come palazzo del re di Spagna Filippo III d’Asburgo a partire dall’anno 1600, i lavori per la sua edificazione si protrassero fino alla metà del XVII secolo. In sale e saloni splendidamente decorati sono esposte collezioni di dipinti, sculture, porcellane, codici, miniature. All’interno del palazzo, il cortile del Belvedere e quello delle carrozze. Dal 1927 è ospitata la Biblioteca Nazionale. A conclusione del lungo e complesso restauro, alla fine del 2019, è stato riaperto il Giardino pensile del Palazzo Reale. Castel Nuovo (Maschio Angioino). Iniziato nel XIII secolo dagli Angioini, è uno dei fortilizi italiani più belli e si erge sulla piazza del Municipio. All’interno, il Museo civico, con sculture e affreschi del Trecento e del Quattrocento (Cappella Palatina), opere di pittura dal Quattrocento al Novecento, argenti e bronzi. L’ingresso è un celebre “Arco di Trionfo” in onore di Alfonso I d’Aragona. Castel dell’Ovo. Al Borgo Marinaro, sorto sull’isolotto dell’antica Megaride, il castello si staglia in uno scenario incantevole, dominando l’intero golfo fino al Capo Posillipo. Il patrizio romano Lucio Licinio Lucullo vi fece costruire una splendida villa. Normanni, Svevi e Angioini nei secoli eseguirono lavori di fortificazione: i rifacimenti e i restauri effettuati intorno alla metà del XIV secolo ne hanno fornito la forma attuale. Il castello apre al pubblico in occasione di esposizioni, convegni, mostre. Teatro di San Carlo. È il 1737 quando il primo Borbone di Napoli, re Carlo, si fa promotore di un’opera destinata in poco tempo a divenire il regno della lirica nel mondo e per “aggiungere alla magnificenza la maraviglia”, fa costruire un teatro, il più grande d’Europa (e il più antico). Gioiello di grande bellezza e dall’acustica perfetta, può ospitare 1386 spettatori. Tra i suoi direttori ebbe Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. Ospitato nei locali di Palazzo Reale, il primo ottobre 2011 è nato Memus, il Museo e Archivio Storico del San Carlo. Dotato delle più moderne tecnologie, racchiude un’ampia area espositiva di 300 mq, una galleria virtuale in 3D, una sala per eventi di almeno 50 posti, un bookshop, dove è possibile acquistare prodotti realizzati ad hoc dalla sartoria del Teatro e un centro documentazione sulla prestigiosa storia del San Carlo, corredata da documenti e testimonianze multimediali consultabili tramite iPad e condivisibili in rete attraverso e-mail e social network. Napoli romantica: weekend di mare, musica e degustazioni itineranti Complesso monumentale di San Domenico Maggiore. Sorge in una tra le più belle piazze storiche napoletane, piazza San Domenico, formata da bellissimi palazzi d’epoca (tra questi il Palazzo di Corigliano, oggi sede dell’Istituto Universitario l’Orientale, il più antico centro di orientalistica d’Europa) che circondano, al centro, la guglia dedicata al Santo. Il vasto complesso fu iniziato da Carlo II e costruito tra il 1283 e il 1324. Il convento di San Domenico Maggiore, che forma con la chiesa un complesso di grandiose proporzioni, è il risultato di una secolare stratificazione che fu avviata a partire dal 1227 quando papa Gregorio IX inviò a Napoli un piccolo gruppo di domenicani che si stabilirono nell’antico monastero di San Michele Arcangelo a Morfisa. Nel convento soggiornò tra il 1272 e il 1274 Tommaso d’Aquino che insegnò teologia nello Studium lì stabilito da Carlo I d’Angiò. Cappella Sansevero. Situata nell’area dei Decumani, è uno dei numerosi edifici di eccezionale interesse. Creata alla fine del Cinquecento, la Cappella rinasce quasi due secoli più tardi grazie al Principe Raimondo di Sangro, alchimista e scienziato. All’interno, capolavori scultorei del Seicento e del Settecento: la Pudicizia del Corradini, il Disinganno del Queirolo e, sull’altare maggiore, l’altorilievo con la Deposizione di F. Celebrano. Al centro della navata, la straordinaria opera del Sammartino, Il Cristo Velato. Nel sotterraneo della cappella, due Macchine anatomiche, ossia gli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso quasi perfettamente integro, che ancora oggi lasciano spazio a suggestive ipotesi. A oltre duecentocinquanta anni di distanza, si dibatte sui procedimenti e i materiali grazie ai quali si è potuta ottenere una tanto eccezionale conservazione dell’apparato circolatorio. La street art che cambia i colori di Napoli Basilica di Santa Chiara e Chiostro. È il complesso monumentale francescano tra i più belli della città, noto anche per il suo possente campanile. La chiesa, eretta dal 1310 per volere di Roberto d’Angiò, è collegata al monastero delle Clarisse, e fu punto di riferimento dei regnanti e nobili napoletani. L’interno, nei secoli, ha visto sovrapporre al gotico originario uno stile barocco; sopravvissuta a terremoti e al terribile bombardamento del 4 agosto 1943, la chiesa è stata restaurata ripristinando in parte le forme gotiche. Dal cortile della chiesa si accede al Chiostro maiolicato, un magnifico giardino decorato con piastrelle dipinte con i colori del cielo, con limoni e viti, frutta e fiori. Nel 1995 è stato inaugurato il Museo dell’Opera di Santa Chiara.La visita è articolata attraverso un percorso (Sala archeologica, Terme, Sala della Storia, Sala dei marmi, Sala dei Reliquari) che individua momenti salienti della ricca vicenda artistica e religiosa del complesso. San Lorenzo Maggiore. Si trova sul Decumano centrale ed è uno tra i più importanti complessi cittadini, denso di memoria storica. La costruzione, iniziata dopo il 1270-75, fu portata avanti nella prima metà del XIV secolo, rinnovata in forme barocche nei secoli XVII e XVIII. La chiesa, dall’interno ampio e luminoso, tra i più belli della città medievale, è celebre anche per l’incontro, avvenuto nel 1334, tra lo scrittore e poeta Boccaccio e la nobildonna napoletana di cui si innamorò, Fiammetta. Qui, nel 1346, dimorò un altro grande poeta, Francesco Petrarca. Molto belli gli scavi, importanti resti della città greco-romana e altomedievale, accessibili dalle scale prossime alla Sala capitolare. Archivio di Stato. Il magnifico complesso si trova nella piazzetta Grande Archivio, dove è la fontana della Selleria. Nacque con il regio decreto del 22 dicembre 1808, mediante il quale Gioacchino Murat istituì un Archivio Generale del Regno. Conserva la documentazione delle istituzioni dello Stato preunitario, nonché quella degli uffici statali periferici dall’Unità d’Italia sino a oggi. Raccoglie, in circa 300 sale, in scaffalature per circa 70 km lineari, pergamene, volumi e fasci di documenti e costituiscono la più ricca e preziosa testimonianza della storia, dei costumi e delle tradizioni di tutta l’Italia meridionale dalla fine del X secolo: può quindi definirsi a buon diritto come la «Casa delle storie», ovvero di tutte le innumerevoli vicende particolari degli individui e delle comunità che concorrono a formare la «grande Storia». Itinerari nella città del presepe Duomo di Santa Maria Assunta. È la Cattedrale di Napoli e si trova tra il Decumano Centrale, il Decumano Superiore e due cardini del tracciato greco-romano dal quale ha avuto origine il primo nucleo cittadino. Costruita sulle rovine di un antico tempio dedicato ad Apollo, la Cattedrale fu completata nel primo ventennio del Trecento per volere di Roberto d’Angiò, ma subì nei secoli successivi, a seguito dei danneggiamenti provocati da vari eventi sismici, tutta una serie di restauri che sono la ragione dalla sovrapposizione di stili che la caratterizza. L’interno è lungo 100 metri circa ed è scandito in tre navate con cappelle. Dalla navata sinistra si accede alla più antica basilica napoletana, Santa Restituta, eretta nel IV secolo da Costantino: al suo interno si trova il Battistero di San Giovanni in Fonte e splendidi mosaici che rappresentano la più antica testimonianza di arte paleocristiana d’Occidente. Sulla navata destra c’è la Cappella del Tesoro, che conserva le ampolle con il sangue coagulato di San Gennaro. Il sangue del santo, secondo la tradizione religiosa, si scioglie tre volte l’anno, il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre, rinnovando un prodigio che si verifica anche nel santuario di San Gennaro alla Solfatara di Pozzuoli, dove si ravvivano le macchie di sangue versate da santo sulla pietra sul quale venne decapitato. Napoli: dormire in un palazzo barocco Pio Monte della Misericordia. Istituzione fondata nel 1602 da sette nobili napoletani che decisero di devolvere parte dei propri averi e il proprio impegno alle opere di carità a favore dei propri concittadini. All’interno si trova Le sette opere di Misericordia, un olio su tela realizzato tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607 da Caravaggio, commissionato da Luigi Carafa-Colonnala la cui famiglia protesse l’artista nella sua fuga da Roma. L’opera concentra la missione della Congregazione del Pio Monte della Misericordia riportandone le opere caritatevoli svolte. Catacombe di San Gennaro. Nei due piani dell’importante complesso cimiteriale cristiano risalente al II secolo, cunicoli, cappelle sepolcrali, resti, tracce di affreschi e mosaici che testimoniano la storia cristiana di Napoli. Adiacente, sorge la basilica di San Gennaro extra moenia. (Nel Quartiere Sanità si ricordano gli ipogei di San Gaudioso e San Severo). Castel Sant’Elmo. Una fortezza che offre un bellissimo panorama al visitatore e che si erge accanto al Museo nazionale di San Martino. La monumentale rocca, datata 1275 (ampliata nel 1329 e modificata con opere difensive nel ‘500), ospita oggi un auditorium per circa settecento persone ed è sede di mostre. All’interno, la Biblioteca di Storia dell’Arte “Bruno Molajoli”. Parco del Pausylipon. Situato sulla collina di Posillipo, il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon è un’area archeologica aperta a Napoli nel 2009. Il complesso, a cui è possibile accedere dalla Grotta di Seiano, comprende numerose tracce archeologiche e naturalistiche come il parco sommerso di Gaiola, la Villa Imperiale di Pausilypon, il Teatro dell’Odeon e il Palazzo degli Spiriti.

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